Vive la luce in fondo all'abisso e muore il buio rimasto
Vita svanita che nel silenzio assale.
Non cede l'aurora il passo
Tutto diviene
Tutto un semplice, armonioso incanto leggero
Niente si conosce più del mistero
Ovunque si va è il nostro ritorno.
Ogni canto, ogni urlo di tutta una vita non placherà la sete degli dei.
La natura insegna, lo spirito ascolta, l'uomo improvvisa.
Si vedranno cieli così vicini da affogare il mare e spegnersi nel fuoco di una sola irrimediabile passione
Il dolore troverà il suo significato
L'amore le sue parole.
mercoledì 13 settembre 2017
martedì 12 settembre 2017
Dove vai
Dove vai
Resta con me
Aspettami
Il tuo volto è luce
Il tuo volto è gioia di un attimo che svanisce e diviene freschezza di sorgente mai colma di te
Ho detto troppo forse
Non andare
Resta con me
Il tuo volto è il saluto alla vita
La poesia di stare vicino al tuo sguardo
Il pensiero di starti accanto mentre il tempo vola
Vola in alto e ci guarda
Ci pensa e riflette le nostre emozioni
Un brivido vola con lui
Il brivido di vederti voltare su di me
Ancora per un giorno
Per un secondo
Per un attimo
Resta con me
E vedrò volare quel brivido
Al di là del tempo.
Resta con me
Aspettami
Il tuo volto è luce
Il tuo volto è gioia di un attimo che svanisce e diviene freschezza di sorgente mai colma di te
Ho detto troppo forse
Non andare
Resta con me
Il tuo volto è il saluto alla vita
La poesia di stare vicino al tuo sguardo
Il pensiero di starti accanto mentre il tempo vola
Vola in alto e ci guarda
Ci pensa e riflette le nostre emozioni
Un brivido vola con lui
Il brivido di vederti voltare su di me
Ancora per un giorno
Per un secondo
Per un attimo
Resta con me
E vedrò volare quel brivido
Al di là del tempo.
lunedì 11 settembre 2017
Sarà il vento
Sarà il vento
Sarà la pioggia
Sarà quel che sarà.
Sarà il mare
Sarà il sole
Sarà quel che sarà.
Sarà forse una piccola leggera insignificante libertà:
Credere che si può sognare
Quando quel che sarà
Non si trova, non si cerca, non c'è mai stato
Quando quel che sarà
Si sente un attimo solo
Dopo
È già passato
Quando quel che sarà
Ti accarezza, ti bacia
Quando quel che sarà
Sarà la tua strada
Lontano, vicino,
Sempre sarà.
Non importa quando
Il tempo lo creiamo noi
Il tempo siamo noi.
Sarà quel che sarà
Quando la luce e il buio non ci sono
Solo te in fondo alla foresta
Nessun segnale
Solo te
Quel che sei
Sarà sempre
Forse sempre sarà.
Sarà la pioggia
Sarà quel che sarà.
Sarà il mare
Sarà il sole
Sarà quel che sarà.
Sarà forse una piccola leggera insignificante libertà:
Credere che si può sognare
Quando quel che sarà
Non si trova, non si cerca, non c'è mai stato
Quando quel che sarà
Si sente un attimo solo
Dopo
È già passato
Quando quel che sarà
Ti accarezza, ti bacia
Quando quel che sarà
Sarà la tua strada
Lontano, vicino,
Sempre sarà.
Non importa quando
Il tempo lo creiamo noi
Il tempo siamo noi.
Sarà quel che sarà
Quando la luce e il buio non ci sono
Solo te in fondo alla foresta
Nessun segnale
Solo te
Quel che sei
Sarà sempre
Forse sempre sarà.
venerdì 8 settembre 2017
Fugge l'ultimo respiro teso verso l'infinito tuo sorriso
Fugge l'ultimo respiro teso verso l'infinito tuo sorriso.
Ora davanti a me resta e non lo so spiegare
Né bene né male
Non lo so spiegare
Ora è divenuta storia che non saprei da dove cominciare.
Senza un perché preciso
Senza un qualche avviso
E' rimasto impresso in una nota sola
La nota che ha abbattuto la mia dimora, il mio silenzio
L'ora che mi manchi che troppo sento
E vorrei dirtelo
Quanto quella nota è divenuta voce
La voce nostra
E niente
Niente
Sfuggirà da quella voce che noi non potremo sentire.
Ora davanti a me resta e non lo so spiegare
Né bene né male
Non lo so spiegare
Ora è divenuta storia che non saprei da dove cominciare.
Senza un perché preciso
Senza un qualche avviso
E' rimasto impresso in una nota sola
La nota che ha abbattuto la mia dimora, il mio silenzio
L'ora che mi manchi che troppo sento
E vorrei dirtelo
Quanto quella nota è divenuta voce
La voce nostra
E niente
Niente
Sfuggirà da quella voce che noi non potremo sentire.
giovedì 7 settembre 2017
Lasciare il senso annegare
Lasciare il senso annegare
Vuoto di essenze
Colme di miraggi distesi nel nulla.
Sentire il cielo cadere tra le distanze più nere
Detriti di un giorno, di fughe verso l'abisso.
Guardare la terra sostare come nuvola d'un sogno mai apparso
Il resto di un rumore mai colto nel silenzio.
L'oblio riflette il suo vagare
Nudo il solco che traccia il confine
Follia e rassegnazione
Il vento che lo chiamerà miracolo.
Vuoto di essenze
Colme di miraggi distesi nel nulla.
Sentire il cielo cadere tra le distanze più nere
Detriti di un giorno, di fughe verso l'abisso.
Guardare la terra sostare come nuvola d'un sogno mai apparso
Il resto di un rumore mai colto nel silenzio.
L'oblio riflette il suo vagare
Nudo il solco che traccia il confine
Follia e rassegnazione
Il vento che lo chiamerà miracolo.
martedì 5 settembre 2017
Settembre
Da lontano arriverà un giorno
Saprai quando
Vedere la pioggia intorno
Le foglie
La tristezza
Il solito mondo.
Scorrere il vento vedrai
Chiusa per aprirsi
La nebbia arriverà
Lascerà il pianto, il dolore, ogni colore
Dentro la stanza
Dove ogni uomo aspetta di partire
Non di tornare
Né restare nel solito viaggiare dentro
Le proprie case.
Saprai quando
Vedere la pioggia intorno
Le foglie
La tristezza
Il solito mondo.
Scorrere il vento vedrai
Chiusa per aprirsi
La nebbia arriverà
Lascerà il pianto, il dolore, ogni colore
Dentro la stanza
Dove ogni uomo aspetta di partire
Non di tornare
Né restare nel solito viaggiare dentro
Le proprie case.
lunedì 14 agosto 2017
Come affrontare il pericolo della solitudine
La solitudine, per quanto essa possa sembrare terribilmente vuota e senza alcun contorno se non la disperazione del proprio sé, è la forma più elevata per riuscire a conoscere realmente se stessi.
Non esiste modo migliore per conoscersi se non restando soli, o meglio, esiste ovviamente anche la socialità e il pericolo emergente che essa comporta in termini di disagi emotivi e sentimentali.
La verità sta sempre nel mezzo.
La solitudine, quando essa è cercata e non subita, è una grande risposta del proprio Io verso ogni male che viene a porsi in essere dentro lo stupefacente normalissimo lascito della vita.
Nessuno vorrebbe essere solo, in fondo siamo esseri sociali che abbiamo bisogno ognuno di creare i nostri spazi.
Come sconfiggere la solitudine?
Attraverso una grande analisi delle proprie potenzialità, attraverso l'ascolto e l'amore verso se stessi e gli altri.
Queste tre fondamenta hanno come rapporto la consapevolezza che ogni nostra azione corrisponde ad una reazione dell'ambiente esterno, non siamo in realtà ovattati dentro una bolla prestabilita di qualche divinità malvagia che vuole lasciarci senza protezione, siamo noi la stessa protezione.
Un altro importante modo per superare la solitudine è essere umili, riconoscere i propri limiti, saperli riadattare in maniera quasi artistica al contesto, alla creazione di contenuto insito nella nostra grande mente e nel nostro grande cuore che ha bisogno continuamente di messaggi e di risposte emotive.
Combattere la solitudine vuol dire accettare la diversità, il problema più grande dopo l'ansia in questa società, e creare dei legami forti ma non indissolubili, sinceri ma non pedissequi.
La solitudine non ha tanto a che vedere con l'idea che stiamo soli in camera e, siccome siamo stanchi, ci ascoltiamo un pezzo dei Mogwai e ci proiettiamo verso un nuovo magico mondo tutto nostro, no, o almeno, in piccola parte.
La solitudine è pensare che la nostra unicità possa male conformarsi con le unicità degli altri fino a divenire una forma di negazione di sé e degli altri.
La solitudine in senso positivo, quella che a Faber premeva descrivere, è una solitudine del tutto diversa, figlia di un riconoscimento delle proprie forze e del proprio percorso spirituale e quotidiano.
Non bisogna arenarsi nelle indecisioni, ciò che conta veramente è il presente, pensare che comunque vada nulla è perduto. Ad ogni problema c'è una soluzione. Ad ogni soluzione c'è un nuovo problema, e così via.
La solitudine, lo stare soli, può servire in certi momenti per resettare la giungla esterna che è il mondo, altre volte è dannosa; sta a noi, con la nostra capacità di discernimento accendere una candela quando è buio, a spegnerla quando fuori c'è il sole.
Concludo con un aforisma molto bello:
Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte – eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
(Emily Dickinson)
Non esiste modo migliore per conoscersi se non restando soli, o meglio, esiste ovviamente anche la socialità e il pericolo emergente che essa comporta in termini di disagi emotivi e sentimentali.
La verità sta sempre nel mezzo.
La solitudine, quando essa è cercata e non subita, è una grande risposta del proprio Io verso ogni male che viene a porsi in essere dentro lo stupefacente normalissimo lascito della vita.
Nessuno vorrebbe essere solo, in fondo siamo esseri sociali che abbiamo bisogno ognuno di creare i nostri spazi.
Come sconfiggere la solitudine?
Attraverso una grande analisi delle proprie potenzialità, attraverso l'ascolto e l'amore verso se stessi e gli altri.
Queste tre fondamenta hanno come rapporto la consapevolezza che ogni nostra azione corrisponde ad una reazione dell'ambiente esterno, non siamo in realtà ovattati dentro una bolla prestabilita di qualche divinità malvagia che vuole lasciarci senza protezione, siamo noi la stessa protezione.
Un altro importante modo per superare la solitudine è essere umili, riconoscere i propri limiti, saperli riadattare in maniera quasi artistica al contesto, alla creazione di contenuto insito nella nostra grande mente e nel nostro grande cuore che ha bisogno continuamente di messaggi e di risposte emotive.
Combattere la solitudine vuol dire accettare la diversità, il problema più grande dopo l'ansia in questa società, e creare dei legami forti ma non indissolubili, sinceri ma non pedissequi.
La solitudine non ha tanto a che vedere con l'idea che stiamo soli in camera e, siccome siamo stanchi, ci ascoltiamo un pezzo dei Mogwai e ci proiettiamo verso un nuovo magico mondo tutto nostro, no, o almeno, in piccola parte.
La solitudine è pensare che la nostra unicità possa male conformarsi con le unicità degli altri fino a divenire una forma di negazione di sé e degli altri.
La solitudine in senso positivo, quella che a Faber premeva descrivere, è una solitudine del tutto diversa, figlia di un riconoscimento delle proprie forze e del proprio percorso spirituale e quotidiano.
Non bisogna arenarsi nelle indecisioni, ciò che conta veramente è il presente, pensare che comunque vada nulla è perduto. Ad ogni problema c'è una soluzione. Ad ogni soluzione c'è un nuovo problema, e così via.
La solitudine, lo stare soli, può servire in certi momenti per resettare la giungla esterna che è il mondo, altre volte è dannosa; sta a noi, con la nostra capacità di discernimento accendere una candela quando è buio, a spegnerla quando fuori c'è il sole.
Concludo con un aforisma molto bello:
Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte – eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
(Emily Dickinson)
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